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Per prendere la pillola, esame ginecologico, esame del seno ed esami del sangue non sono necessari...
... E IL CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ORDINE DEI MEDICI (FRANCESE) E’ D’ACCORDO.

13 mai 2010

Articolo del 16 novembre 2008
(traduzione aggiornata il 10 Maggio 2010)

In Francia (e anche in Italia, N.d.T. quando viene prescritta la pillola, molti medici (ginecologi e generalisti) impongono alle donne un esame ginecologico (esplorazione vaginale), un esame del collo dell’utero (come test di “screening” per il cancro del collo dell’utero) e un esame del seno. Tutto questo viene fatto nonostante la comunità scientifica internazionale consideri inutile sottoporre a questi esami una donna senza alcun problema che va dal medico solo per farsi fare (o rinnovare) la prescrizione del contraccettivo orale. Questo vale anche per la donna che va a farsi inserire un impianto contraccettivo (è uguale alla contraccezione orale con il solo progestinico). Neanche per il posizionamento di un impianto l’esame ginecologico è indispensabile, né tantomeno necessario...



La non necessità dell’esame ginecologico ha ricevuto l’avvallo del consiglio dell’Ordine dei medici nel suo bollettino dell’Aprile 2007, dedicato alla prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) nelle minori.

(Neanche fare il dosaggio del colesterolo è necessario ! Leggere l’articolo a questo proposito)

Non è neppure indispensabile fare l’esame di “screening” del collo dell’utero un giorno sì e uno no.

Il parere dell’IPPF (International Planned Parenthood Federation - Federazione Internazionale delle Associazioni per il Controllo delle nascite) è stata espresso chiaramente in un documento del Febbraio 2003, che potete scaricare integralmente cliccando QUI.

Eccone la sintesi :

Esame del seno :

La palpazione del seno o l’esame ginecologico prima della prescrizione della pillola o della terapia iniettiva (si basa sull’iniezione del solo ormone progestinico per via intramuscolare ogni 8-12 settimane ma non è disponibile in Italia ; N.d.T.) sono giustificati solo se se questi esami permettono di verificare l’assenza di malattie gravi che controindicano la contraccezione ormonale o che da questa potrebbero essere aggravate.
L’OMS ha stabilito quali sono i criteri medici di cui tener contro per permettere l’utilizzo della contraccezione ormonale.
Il cancro del seno è considerato come una controindicazione a tutte le forme di contraccezione ormonale perché in grado di far progredire la malattia.

Detto questo : la maggior parte delle donne che ricorrono alla contraccezione ormonale sono giovani e in questa fascia d’età il rischio di sviluppare un cancro al seno è molto piccolo.
Nel Regno Unito solo 16 donne su 10.000 avranno sviluppato, entro i 35 anni, un cancro al seno, e questo rischio è probabilmente ancora più basso nei paesi in via di sviluppo (...).
Indagare la presenza di eventuali problemi al seno facendo domande va anche bene... ma è dimostrato che la palpazione del seno, anche se fatta da professionisti, non si associa affatto ad una riduzione delle morti per cancro del seno.
Uno studio al quale hanno partecipato donne fra i 45 e i 64 anni (un’età di gran lunga superiore a quella della maggior parte di chi prende dei contraccettivi ormonali), ha dimostrato che solo il 2% delle pazienti inviata ad uno specialista per un risultato “anormale” alla palpazione del seno aveva davvero un tumore.
L’insufficiente sensibilità dell’esame del seno quale mezzo di “screening”, unita alla bassa frequenza della malattia nelle donne più giovani, fa sì che per trovare UN (1) tumore del seno, 175.000 donne fra i 20 ei 24 anni devono subire questo esame.

L’esame del seno di routine non è in alcun modo giustificato come strumento di salute pubblica.

Detto questo, ci sono lo stesso alcuni medici che sono favorevoli all’esame del seno fatto in maniera selettiva. Il motivo (almeno in parte) è dovuto al fatto che, nonostante i risultati dei più recenti studi , nella testa di alcune donne l’uso della pillola è legato in maniera indissolubile allo sviluppo del cancro al seno. In queste donne l’esame regolare del seno le fa sentire rassicurate.
La mancanza di sensibilità di questa indagine può, purtroppo, far sì che si sentano rassicurate a torto. E d’altra parte, quando il risultato è anomalo, si inquietano.
Fare uno “screening” su 175.000 donne fra i 20 e i 24 anni porterebbe a 10.500 risultati falsi positivi (in cui cioè l’esame darebbe un risultato anormale, senza che vi sia davvero un’anormalità) per UN SOLO (1) risultato positivo vero.
Infine, a molte donne piacerebbe risparmiarsi una palpazione del seno. Un esame che suscita qualche comprensibile problema... soprattutto se è del tutto inutile.

Questo tipo di esame dunque non deve essere praticato se non quando la storia clinica della donna lo giustifica, e quindi - e soprattutto- non va fatto ad un’adolescente o ad una donna con meno di 25 anni e senza ha alcun problema !!!


L’esame ginecologico (esplorazione vaginale)

Per quale ragione imponiamo un esame ginecologico alle donne che chiedono una contraccezione ormonale ? I medici si giustificano dicendo che si tratta di uno strumento utile per diagnosticare una malattia dell’utero, delle trombe uterine, o dell’ovaio oppure un’infezione sessualmente trasmessa o una gravidanza.

Per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ; N.d.T.), tuttavia, tutte le seguenti malattie :

 endometriosi,
 fibromi dell’utero,
 tumori ovarici benigni,
 cancro dell’endometrio e dell’ovaio,
 ectropion della cervice

non vietano in alcun modo l’utilizzo di una contraccezione ormonale ;
nei paesi in via di sviluppo, inoltre, la contraccezione ormonale viene data da persone con una formazione clinica limitata (dagli infermieri, non dai medici).

Le infezioni sessualmente trasmissibili (compreso l’HIV) e le infezioni delle vie genitali alte non controindicano, a loro volta, all’utilizzo della contraccezione ormonale.

Nessuna di queste condizioni è infatti aggravata dalla contraccezione ormonale (non più di quanto lo sarebbero da una gravidanza).

La maggior parte di queste condizioni, inoltre, si associano generalmente a dei sintomi che possono essere scoperti parlando con la donna. E’ un colloquio di questo tipo che deve essere fatto PRIMA di prescrivere una contraccezione ormonale.


E per le più frequenti malattie delle donne in età fertile ?
L’esame ginecologico è lo strumento più indicato per diagnosticarle ?

La risposta è no, ecco il perché :

 I tumori dell’utero e dell’ovaio ?

Il cancro dell’ovaio e dell’endometrio (la parete interna dell’utero) sono malattie che colpiscono soprattutto le donne in menopausa. E quindi : non le donne che usano la pillola...

- I fibromi dell’utero ?

Sono frequenti nelle donne in età fertile, soprattutto dopo i 35 anni, e solo molto raramente possono trasformarsi in tumori maligni. In una donna senza alcun sintomo la scoperta di un fibroma dell’utero durante l’esame ginecologico non cambierebbe nulla. La contraccezione orale, inoltre, generalmente limita la crescita dei fibromi !

- Il cancro del collo dell’utero ?

La diagnosi dovrebbe essere fatta grazie ai programmi di “screening” di routine (l’esame del collo dell’utero, un esame che è scorretto fare più di una volta ogni 3 anni in una donna con un solo partner). Secondo gli attuali pareri della comunità scientifica, il primo esame del collo dell’utero deve essere fatto a 25 anni OPPURE 8 anni dopo il primo rapporto sessuale. E questo non è proprio il caso delle adolescenti.

- Le infezioni sessualmente trasmissibili ?

Sono una condizione frequente nelle giovani donne sessualmente attive. Tuttavia, conoscere la vita sessuale della donna (più di un partner, non-utilizzo del preservativo...) ed indagare la presenza di sintomi anomali (delle “perdite” strane...) permette al medico di determinare quali donne si siano esposte ad un rischio e debbano quindi sottoporsi agli esami di “screening”.

Le infezioni cliniche asintomatiche (cioè “silenziose”, che non danno sintomi ; ad es. quella quella da Chlamydia trachomatis) a loro volta si diagnosticano solo tramite degli esami microbiologici specifici... e non con il solo esame ginecologico !

- La gravidanza ?

Il medico si basa sulle mestruazioni (proprio come fa la donna...)
In ogni caso : una gravidanza che ha avuto inizio da meno di sei settimane, non si può certo diagnosticare con l’esame ginecologico poiché l’utero non si è ancora ingrandito.
In caso di dubbio, un test di gravidanza comprato in farmacia risulta più affidabile, altrettanto rapido, e molto meno invasivo per la donna.


Da quanto scritto finora, si può dedurre -logicamente- che

è assolutamente ingiustificato sottoporre una adolescente o una giovane donna in buona salute e senza alcun problema all’esame del seno o all’ esame ginecologico prima prescrivere la pillola contraccettivo.

Non è inutile che le donne lo sappiano. In questo modo potranno rifiutare, educatamente ma con fermezza, l’esame clinico quando viene posto come condizione essenziale per la prescrizione della pillola.
Il documento dell’IPPF, infatti, aggiunge :

L’esame del seno e quello vaginale non permettono, se non raramente, di diagnosticare una malattia.
Al contrario, tendono a far crescere l’attenzione della paziente su fenomeni che non hanno alcun significato clinico, suscitandone l’inquietudine.

Le donne sarebbero molto più a loro agio nel chiedere consigli sulla contraccezione se quei due esami, che hanno poca utilità clinica, smettessero di essere fatti in maniera sistematica e fossero effettuati solo quando la storia clinica della paziente lo giustifica.

I medici che fanno questi esami in maniera sistematica dovrebbero chiedersi perché continuano a farlo.

Le attuali raccomandazioni dell’OMS in materia di contraccettivi dicono che il solo esame medico necessario prima di prescrivere un contraccettivo ormonale è la misurazione della pressione arteriosa.
Aggiungerei che in Francia la ricetta della pillola contraccettiva PUO’ e DEVE - in assenza di controindicazione- essere valida per 12 mesi !!! Legge (e sicurezza sociale) lo permettono nella maniera più assoluta. (in Italia, al massimo, la durata della ricetta per la pillola è di 6 mesi ; N.d.T.).
Anche se dovete comunque andare a comprare una scatola di pastiglie ogni trimestre dal vostro farmacista (perché il rilascio della pillola non è autorizzato che per tre mesi di fila), è scorretto che vi obblighino a una visita ogni 3 o 6 mesi solo per rinnovarvi una pillola che non vi dà alcun problema.

Martin Winckler
(Tradotto da Matteo Coen)




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